La crisi d’impresa – indice:
Addio al “fallimento”, al via la “liquidazione giudiziale”: è questa una delle tante novità che la riforma della disciplina della crisi di impresa e dell’insolvenza sta apportando. Approvata dalla Camera a larga maggioranza, la nuova disciplina non si ferma – naturalmente – alla sola modifica di vocabolario: vediamo insieme di riassumere i 5 principali punti di innovazione della riforma, e cerchiamo di intuire che cosa potrebbe cambiare per le imprese in crisi.
Allerta preventiva: nuove procedure per intercettare le difficoltà
Il primo punto di interessante novità della riforma è rappresentato dall’introduzione di una serie di servizi di allerta preventiva, sorti con l’obiettivo di porre in sicurezza un’azienda o un gruppo di azienda dalla crisi, prima che questa diventi “insanabile”. Per questo motivo verrà predisposta una rete di segnali che potrebbero intercettare tempestivamente le difficoltà, avviando contestualmente delle procedure con lo scopo di risolvere in maniera assistita la crisi, e contribuire a rilanciare effettivamente l’impresa sul mercato.
Nell’ipotesi di esito negativo della fase di allerta preventiva, lo stesso verrà pubblicato nel Registro delle Imprese. Ancora, per poter incoraggiare gli imprenditori a farsi parte attiva nell’individuazione delle situazioni di difficoltà, il disegno di legge prevede una serie di benefit in favore di colui che attiva l’allerta o gli altri istituti che puntano a risolvere in modo concordato la crisi, come la non punibilità dei delitti fallimentari o la riduzione delle sanzioni per i debiti fiscali.
Le finalità: niente più fallimenti
La seconda novità, della quale abbiamo già scritto in apertura, consiste nell’eliminazione dalla normativa delle espressioni “fallito” e “fallimento”. L’obiettivo del legislatore sembra essere quello di eliminare tutti quei riferimenti a vocaboli che nel corso degli anni sono finiti con il rappresentare dei marchi indelebili di negatività e di inaffidabilità per imprese e imprenditori. Pertanto, non si parlerà più di fallimento, bensì di “liquidazione giudiziale”. Oltre che l’etichetta, cambia anche la sostanza della procedura, visto e considerato che il curatore diverrà il dominus della nuova procedura e avrà poteri molto rafforzati, con possibilità – tra le altre – di accedere alle banche dati, di promuovere delle azioni giudiziali, e così via. È inoltre prevista l’attribuzione della priorità alla trattazione delle proposte che assicurino la continuità aziendale: la liquidazione giudiziale (ex fallimento) diventa pertanto una strada residuale.
Semplificazione delle regole
Tra le innovazioni proposte dal disegno di legge spicca ancora la tanto attesa semplificazione delle regole processuali, che saranno contraddistinte da una revisione che dovrebbe favorirne la riduzione delle incertezze interpretative e la facilitazione all’accesso ai piani attestati di risanamento e agli accordi di ristrutturazione dei debiti. Come già intuibile dalle righe di cui sopra, il legislatore vuole pertanto cercare di velocizzare i tentativi di risanamento, andando a incentivare gli strumenti di composizione stragiudiziale della crisi, piuttosto che la liquidazione giudiziale (che, come già ricordato, è pertanto una ultima ratio). Viene rivista anche la “vecchia” disciplina dei privilegi, con previsione di un nuovo sistema di garanzie mobiliari non possessorie.
Nuova disciplina di gruppo
La nuova disciplina della risoluzione delle crisi di impresa tocca altresì i gruppi, stabilendo una procedura unitaria per la crisi e insolvenza di più imprese che appartengono a uno stesso conglomerato, e anche in presenza di procedure distinte per ciascuna impresa, prevedendo degli obblighi di collaborazione e di reciproca informazione a carico degli organi procedenti. Pertanto, semplificando le ricche novità, nelle ipotesi di crisi di più società che appartengono all’interno dello stesso gruppo, sarà possibile presentare una sola domanda per l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti, per l’ammissione al concordato o per la liquidazione giudiziale.
Norme salva-famiglie
Concludiamo con il novero delle principali novità attraverso la previsione delle nuove norme c.d. “salva-famiglie”, che puntano al riordino della disciplina del sovraindebitamento, con introduzione di soluzioni che permetteranno la prosecuzione dell’attività da parte del debitore. Importante novità anche per quanto concerne gli acquirenti di immobili da costruire, con la previsione che i costruttori andranno a depositare da un notaio una fideiussione che possa garantire di chi compra casa sulla carta.