L’arbitraggio finanziario – indice
- Cos’è l’arbitraggio
- Dove si trovano le opportunità di arbitraggio
- L’arbitraggio valutario
- L’arbitraggio statistico
- Arbitraggio triangolare
- Come si fa l’arbitraggio triangolare
- I rischi
- Conclusioni
L’arbitraggio finanziario costituisce una strategia di investimento molto ricercata da alcuni trader ma, in realtà, ben più difficile da applicare di quanto si possa ritenere.
In questa guida cercheremo di comprendere di cosa si tratta, quali siano le sue caratteristiche e quali le varie declinazioni di questo tema.
Cos’è l’arbitraggio finanziario
Iniziamo questa guida con una definizione di arbitraggio finanziario.
Possiamo in particolar modo definire l’arbitraggio finanziario come l’attività di acquisto e di vendita contemporanea di asset finanziari su diversi mercati, per poter approfittare del differenziale di prezzo che potrebbe svilupparsi.
In sintesi, quando un trader adotta una strategia di arbitraggio finanziario, acquista un asset nel mercato in cui è più economico, per poi rivenderlo nel mercato in cui è valutato con un prezzo superiore.
Così facendo, l’investitore potrebbe potenzialmente arrivare a generare un profitto senza alcun flusso di cassa. In teoria, infatti, non richiede alcun capitale e non dovrebbe comportare alcun rischio. In realtà, come ogni investimento, anche l’arbitraggio finanziario comporta comunque la disponibilità di un capitale da investire, e espone il trader a dei rischi correlati.
Dove si trovano le opportunità di arbitraggio finanziario
Ma è davvero così semplice investire con l’arbitraggio finanziario? Naturalmente, no.
Se infatti le opportunità di arbitraggio fossero così evidentemente plausibili, chiunque potrebbe generare ricchezza per sé, senza sforzo e senza alcun rischio significativo.
Purtroppo, però, la teoria del mercato efficiente suggerisce come i mercati finanziari siano in grado di elaborare tutte le informazioni disponibili in un dato momento, su specifici asset, per poter allineare i prezzi al loro valore reale.
Quanto sopra significa che, in termini estremamente sintetici, se le opportunità di arbitraggio finanziario vengono effettivamente a manifestarsi, lo fanno per tempi infinitamente brevi. E questo lascia evidentemente pochissimi margini di discrepanza nell’azione di prezzo su diversi mercati. Conseguentemente, lascia anche il trader in condizioni di grave difficoltà nel momento in cui desideri trovare ambienti utili in cui applicare una strategia di arbitraggio.
Ma allora possiamo rinunciare a perseguire questo tipo di strategia? In realtà, non è esatto nemmeno questo approccio.
Se infatti la teoria del mercato efficiente fosse sempre verificata, allora non ci sarebbe speranza di adottare una strategia di trading in arbitraggio. Tuttavia, i mercati non sono mai efficienti in maniera completa, a causa dell’asimmetria informativa tra gli acquirenti e i venditori del mercato.
Insomma, nella concretezza viene a mancare uno degli elementi principali che renderebbe sempre valida la teoria del mercato efficiente. Ovvero, la necessità che tutti gli operatori sul mercato abbiano accesso nello stesso tempo e nello stesso modo, alle stesse informazioni.
Un esempio di questa inefficienza è legato allo spread bid-ask, ovvero al differenziale tra il prezzo di un asset nella parte “ask” del book, se inferiore al “bid” dello stesso libro. Questa situazione, denominata “spread negativo”, è uno dei motivi principali per cui è ancora possibile trovare sui mercati delle opportunità di arbitraggio finanziario.
Ad ogni modo, individuare queste opportunità potrebbe essere piuttosto arduo per tutti gli investitori retail che non sono dotati di conoscenze e di strumenti adeguati. Per loro, insomma, l’arbitraggio finanziario corre il rischio di essere un miraggio.
L’arbitraggio valutario
Una particolare categoria di arbitraggio finanziario è il c.d. arbitraggio valutario. Ovvero, come intuibile dallo stesso nome, l’arbitraggio che viene a determinarsi sul Forex, il mercato dei cambi valutari.
Quando si fa arbitraggio valutario, in altri termini, si cerca di approfittare delle eventuali differenze di prezzo sui mercati valutari per poter generare un profitto. Ma come fare?
Il modo più “semplice” (il virgolettato è d’obbligo) è quello di fare arbitraggio sui tassi di interesse, andando a:
- vendere la valuta di un Paese che ha un basso tasso di interesse;
- acquistare la valuta di un Paese che ha un alto tasso di interesse.
La differenza netta tra i due tassi di interesse è il profitto che l’investitore potrà generare dall’operazione.
Come andremo ad approfondire in un apposito focus, questo tipo di operazione di arbitraggio valutario si chiama carry trade, ed è una di quelle maggiormente perseguite dagli investitori retail.
Un’altra tipologia di arbitraggio finanziario è poi quella chiamata “cash and carry”. Si tratta di una transazione che comporta l’apertura di due posizioni sullo stesso asset, di cui una sul mercato spot e una sul mercato future. In questa strategia, dunque, un investito acquisterà una valuta (posizione long) per poi andare a fare short selling sulla stessa valuta, ma sul mercato dei future.
L’obiettivo del trader sarà quello di approfittare dell’esistenza di diversi spread che sono proposti da diversi broker in circolazione, su identica coppia valutaria. Questo differenziale di spread creerà un differenziale tra i prezzi bid e quelli ask, permettendo così all’investitore di poter beneficiare di diversi prezzi. Anche del cash and carry cercheremo di parlare in un separato approfondimento.
L’arbitraggio statistico
Sempre all’interno del novero dell’arbitraggio finanziario possiamo poi ricondurre l’arbitraggio statistico.
L’arbitraggio statistico deriva da una serie di strategia di investimento di tipo quantitativo e algoritmico.
La strategia punta a sfruttare i movimenti di prezzo di tantissimi strumenti finanziari su diversi mercati, tramite il ricorso all’analisi tecnica. L’obiettivo del trader sarà quello di generare dei profitti di trading che siano superiori al consueto, senza ricorrere al trading ad alta frequenza (come invece si fa con altre forme di arbitraggio finanziario). Di norma, invece, con l’arbitraggio statistico si cerca di usare un trading a media frequenza.
Facendo un esempio concreto dell’arbitraggio statistico, un investitore dovrà aprire contemporaneamente una posizione long e short per poter approfittare dell’inefficienza dei prezzi di asset correlati.
Per esempio, se un investitore ritiene che un titolo Alfa sia sopravvalutato, e un titolo Beta sia invece sottovalutato, allora potrà aprire una posizione long sul titolo Alfa e contestualmente una posizione short sul titolo Beta (c.d. pairs trading).
L’arbitraggio triangolare
Un’altra tipologia di arbitraggio che cerca di trovare il profitto nell’investitore attraverso gli spread negativi è il c.d. arbitraggio triangolare.
La strategia di trading con arbitraggio triangolare prevede l’effettuazione di operazioni di investimento su una o più valute contemporaneamente, andando in questo modo ad incrementare le probabilità che un mercato inefficiente possa generare delle opportunità per il trader. Ma come?
In estrema sintesi, attraverso un arbitraggio triangolare l’investitore cerca di individuare quelle situazioni in cui una valuta è sopravvalutata rispetto ad un’altra, e sottovalutata rispetto a una seconda.
Dunque, si tratta di una forma di arbitraggio che prevede l’utilizzo di tre valute in tre distinte coppie valutarie. E, peraltro, si tratta anche di una delle forme di arbitraggio più comunemente discusse in ambito didattico, considerato che – almeno a livello teorico -. può ben spiegare in che modo si possa cercare il profitto mediante l’arbitrage.
Anche in questo caso, potrebbe essere utile fare un esempio chiamando in causa tre tra le valute più scambiate a livello globale, come euro, dollaro USA e yen.
Dunque, dinanzi a queste tre valute, se il trader ritiene che una sia sopravvalutata rispetto a una seconda e sottovalutata rispetto a una terza, potrebbe procedere con l’effettuazione di un’operazione di arbitraggio triangolare.
Ipotizziamo che l’euro sia ritenuto sopravvalutato rispetto al dollaro USA, ma sottovalutato rispetto allo yen. Allora, in questo scenario, il trader potrà usare il dollaro USA per acquistare yen e usare lo yen per acquistare euro. Successivamente, potrà convertire euro in dollari USA per generare il profitto atteso.
Come si fa l’arbitraggio triangolare
Considerato che lo abbiamo introdotto come una delle forme più classiche di arbitraggio finanziario, non possiamo che fare un passo in avanti sul tema, e cercare di comprendere come si fa l’arbitraggio triangolare.
Ribadiamo ancora una volta – ci sarà utile per le prossime righe – che l’arbitraggio triangolare (noto anche come arbitraggio a tre punti o cross currency arbitrage) è una variante della strategia di spread negativo che può offrire interessanti possibilità al trader.
Questa modalità di trading comporta la negoziazione di tre o più valute diverse, aumentando così la probabilità che le inefficienze del mercato presentino opportunità di profitto. In questa strategia, i trader cercheranno situazioni in cui una specifica valuta è in condizione di sopravvalutazione rispetto ad una valuta, ma di sottovalutazione rispetto all’altra.
Ora, in questo ambito, diverse ricerche hanno dimostrato che le opportunità di arbitraggio triangolare si presentano fino al 6% delle volte durante le ore di trading sulle valute di arbitraggio più comunemente scambiate, come EUR/USD, USD/GBP e EUR/GBP. Tuttavia, evidentemente, per poter fare arbitraggio triangolare è possibile ricorrere a qualsiasi coppia attivamente negoziabile.
Chiarito ciò, il processo di completamento di una strategia di arbitraggio triangolare con tre valute comporta diverse fasi:
- identificare un’opportunità di arbitraggio triangolare che coinvolga tre coppie di valute,
- identificare il tasso di cambio incrociato e il tasso di cambio incrociato implicito,
- se è presente una differenza nei tassi, allora scambiare la valuta di base con una seconda valuta,
- scambiare quindi la seconda valuta con una terza. In questa fase, il trader dovrebbe essere in grado di bloccare un profitto senza rischi a causa dello squilibrio esistente nei tassi di cambio delle tre coppie valutario,
- infine, convertire la terza valuta nella valuta iniziale per ottenere un profitto.
Per identificare un’opportunità di arbitraggio, i trader possono utilizzare la seguente equazione di base del valore della valuta incrociata:
A/B x B/C x C/A = 1,
dove A è la valuta di base, e B e C sono le due controvalute da utilizzare nell’operazione di arbitraggio. Se l’equazione non fornisce un risultato uguale a uno, allora potrebbe realmente esistere un’opportunità per un’operazione di arbitraggio.
Un esempio
Per un esempio di un’operazione, possiamo rifarci a un caso che si trova spesso sui siti internet, considerando i tassi che si trovano sulle seguenti coppie di valute:
- EUR/USD 1,1325,
- EUR/GBP 0,7805,
- GBP/USD 1,4528.
Ora, nella prima fase, il trader acquisterà 10.000 euro a 1,1325 per ottenere l’equivalente di 11.325 dollari USA. Nella seconda parte dell’operazione, il trader venderà 10.000 euro a 0,7805 per ottenere 7.805 sterline. Infine, il trader utilizzerà la sterlina britannica per acquistare dollari al tasso di 1,4528, ottenendo 11.339 dollari USA.
Sottraendo l’importo ottenuto dalla compravendita iniziale dall’importo finale (11.339 dollari – 11.325 dollari) si otterrebbe una differenza positiva di 14 dollari per compravendita, che rappresenta il profitto per il trader da tale transazione.
Ricorda però che come per altre operazioni, tuttavia, i tentativi di arbitraggio possono essere soggetti a rischi.
Per esempio, potresti andare incontro a un rischio di esecuzione, in cui l’importo quotato non può essere coperto da un broker. Se nell’operazione di cui sopra, ad esempio, l’euro si fosse spostato a 0,7795 contro la sterlina prima che il trader bloccasse il prezzo, l’azione si sarebbe convertita in una perdita (11.324,58 dollari – 11.335 dollari) di circa 10,42 dollari per operazione.
I rischi dell’arbitraggio finanziario
Come più volte abbiamo sottolineato in questa guida, l’arbitraggio finanziario non è una strategia priva di rischi, sebbene – teoricamente – si possa effettivamente fare trading in arbitraggio senza capitali e flussi di cassa.
Insomma, così come avviene per tutti gli investimenti e per tutte le operazioni commerciali, anche quelle in arbitraggio hanno dei rischi. Ma quali?
Rapidità di esecuzione
In primo luogo, per poter sperare di ottenere un profitto dall’arbitraggio di solito è necessario agire con straordinaria velocità, in un tempo limitato. Molti trader vanno nel panico dinanzi a questa improvvisa azione istantanea, e non riescono a calcolare bene il costo, il rischio e il profitto dell’operazione.
Certo, in questo scenario sicuramente i software che utilizzano algoritmi che automatizzano tale trading possono venire in soccorso, ma anche muovendosi in questo modo il rischio non è mai azzerabile.
Costi di esecuzione
Ancora, molti trader sottovalutano gli oneri derivanti da queste operazioni. Il costo dell’arbitraggio è più di una semplice commissione di transazione. Se infatti hai bisogno di depositare euro sulla piattaforma A per acquistare Bitcoin, trasferire alla piattaforma B, vendere Bitcoin in cambio di euro e poi prelevare euro (giusto per citare un’operazione di arbitraggio finanziario in criptovaluta), per ogni passaggio tra quelli di cui sopra potrebbe essere necessario pagare una commissione di deposito, di negoziazione, di transazione e di prelievo. E, evidentemente, queste commissioni potrebbero erodere completamente il margine che potresti ottenere dall’arbitraggio.
Incertezza del prezzo
Un altro elemento che potrebbe influire negativamente sulla tua operazione di arbitraggio è rappresentato dall’incertezza sui prezzi. I prezzi di molti asset sono infatti estremamente volatili. Il che vuol dire, in termini molto più concreti, che il prezzo del bene cambia in combinazione. Quindi, quando si cerca di eseguire un’operazione di arbitraggio, c’è sempre il rischio che il prezzo in realtà cambi rispetto al momento in cui si è impartito l’ordine.
In altre parole ancora, non c’è possibilità di essere certi che il trading di arbitraggio possa tradursi in profitto, proprio perché esiste il rischio concreto che il prezzo si muova in senso sfavorevole.
Conclusioni
Concludendo, non possiamo che condividere ancora una volta che il trading in arbitraggio sia un’opportunità sui mercati finanziari che si presenta quando attività simili possono essere acquistate e vendute contemporaneamente a prezzi diversi, al fine di ottenere un profitto dalle discrepanze dei valori.
In parole povere, un trader che fa arbitraggio acquista asset più economici e vende contemporaneamente asset più costosi per ottenere un profitto senza che vi sia alcun effettivo flusso di cassa netto. Teoricamente, la pratica dell’arbitraggio non dovrebbe richiedere capitale e non comportare alcun rischio. In pratica, tuttavia, i tentativi di arbitraggio generalmente comportano sia capitali che rischi, nei limiti e nei termini che sopra abbiamo avuto modo di condividere.
Ora, consideriamo che secondo la teoria dei mercati efficienti, le opportunità di arbitraggio non dovrebbero esistere, in quanto durante le normali condizioni di negoziazione e di comunicazione di mercato i prezzi si muovono verso livelli di equilibrio tra i mercati.
Nella pratica, tuttavia, le condizioni per l’arbitraggio sorgono a causa delle inefficienze del mercato. In questi casi, le valute possono essere valutate “male” a causa di informazioni asimmetriche o di ritardi nella quotazione dei prezzi tra i partecipanti al mercato. Ed è proprio in questi frangenti che gli investitori potrebbero trovare opportunità di profitto.
Nei mercati valutari, la forma più diretta di arbitraggio è l’arbitraggio a due valute, o “due punti”. Questo tipo di arbitraggio può essere effettuato quando i prezzi mostrano uno spread negativo, con una condizione che si verifica quando il prezzo richiesto da un venditore è inferiore al prezzo di offerta di un altro acquirente. Ad ogni modo, questa circostanza è rara nei mercati valutari, ma può verificarsi occasionalmente, soprattutto quando c’è un’elevata volatilità o una scarsa liquidità.
Trading ad alta frequenza
Si tenga poi conto che questa opportunità è diventata ancora più rara negli ultimi anni a causa del trading ad alta frequenza, dove gli algoritmi informatici hanno reso il prezzo più efficiente e ridotto le finestre temporali per questo tipo di trading.
Insomma, come abbiamo visto nelle scorse righe, l’arbitraggio finanziario è una strategia che permette di sfruttare le differenze di prezzo degli asset.
Il fatto che, grazie a condizioni di mercato inefficiente, esistano effettivamente delle opportunità di arbitraggio, però, non significa che tali occasioni siano facilmente monetizzabili!
Di fatti, come dovrebbe essere sufficientemente chiaro giunti a questo punto del nostro focus, per poter effettivamente cogliere le opportunità occorre muoversi in maniera molto rapida (spesso le discrepanze di prezzo rientrano in pochi istanti), ed è inoltre necessario fare affidamento su strumenti adatti, visto e valutato che sarà molto difficile effettuare arbitraggio finanziario “manualmente”, ovvero aprendo e chiudendo in prima persona le posizioni di trading.