L’imprenditore agricolo – indice
Come noto, gli imprenditori possono essere didatticamente e giuridicamente suddivisi sulla base dell’attività da loro esercitata. Possiamo dunque in tal modo individuare l’imprenditore commerciale (art. 2195 c.c.), l’imprenditore civile e l’imprenditore agricolo (art. 2135 c.c.).
Ma quali sono le attività che l’imprenditore agricolo può esercitare? Quali sono le differenze tra attività agricole principali e connesse?
L’imprenditore agricolo
Come abbiamo già avuto modo di affrontare in separato approfondimento, è imprenditore agricolo colui che:
esercita un’attività diretta alla coltivazione del fondo, alla selvicoltura, all’allevamento di animali e attività connesse.
L’impresa agricola può svolgersi anche in forma associata, e societaria.
Dunque, l’imprenditore agricolo può svolgere sia attività agricole “principali”, che “connesse”. Ma quali sono?
Attività dell’imprenditore agricolo
Possiamo definire attività agricole principali quelle che sono dirette:
- alla coltivazione del fondo;
- alla selvicoltura;
- all’allevamento di animali.
Si tratta pertanto, pur con evidenti differenze, di attività che sono dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico, o di una fase necessaria del ciclo stesso. Il loro carattere è vegetale o animale, ma ciò che le contraddistingue è l’utilizzo effettivo o potenziale del fondo, del bosco, delle acque dolci, salmastre o marine.
Di contro, le attività agricole per connessione sono tutte quelle attività che sono connesse ad un’attività agricola principale, o che dipendono da essa.
Coltivazione del fondo
Occupiamoci dunque in maggiore dettaglio delle attività agricole principali cominciando dalla coltivazione del fondo.
La coltivazione del fondo è da intendersi come quell’attività che è rivolta allo sfruttamento elle energie naturali della terra.
Affinché si possa parlare validamente di coltivazione del fondo, a tale fine, è però necessario che:
- vi sia un’attività umana definibile come attività di produzione di beni (non è dunque sufficiente l’attività che si limita a raccogliere frutti);
- il fondo abbia un ruolo di fattore produttivo e non di semplice strumento per la conservazione della piante.
Di contro, non vi sono particolari rilevanze circa le modalità tecniche e organizzative con le quali il fondo è coltivato.
Selvicoltura
La selvicoltura è un’attività che viene rivolta alla produzione di legname. Affinché si possa validamente ritenere tale, è necessario che la selvicoltura si avvalga di una complessa attività di coltivazione, e che non sia dunque una semplice attività di estrazione della risorsa.
Allevamento di animali
Nell’attuale formulazione della norma non si parla più di “bestiame”. Viene dunque abbandonato il principio secondo cui l’allevamento di animali per poter essere qualificato come agricolo, non dovesse essere disgiunto dalla terra e dal suo sfruttamento.
Con l’abbandono di tale terminologia, ne è derivato un allargamento concettuale dell’attività di allevamento di animali. Oggi, dunque, la qualifica di impresa agricola potrebbe essere riconosciuta a tutti gli allevamenti di animali. Si pensi, a titolo di esempio, alle attività di apicoltura e avicoltura, agli allevamenti di animali da pelliccia o a quelli di cani.
Attività agricole connesse
Chiarito cosa si intende per attività agricole principali, rimane da comprendere che cosa si intenda per attività agricole per connesse.
Due sono le principali distinzioni in materia.
Con la prima, possiamo ritenere un’attività agricola connessa quell’attività diretta alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti che sono ottenuti in prevalenza dalla coltivazione del fondo, o del bosco, o dall’allevamento di animali (cioè, dalle attività agricole principali).
Con la seconda, invece, possiamo intendere l’attività agricola connessa come quell’attività diretta alla fornitura di beni o di servizi attraverso l’uso prevalente di attrezzature o di risorse dell’azienda, che sono normalmente e comunemente utilizzate nell’attività agricola esercitata, qui comprese anche le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, o ancora di ricezione e di ospitalità (cioè, l’agriturismo, a cui dedicheremo una serie di appositi approfondimenti).
La connessione soggettiva e oggettiva
Rileva, a questo punto, accennare al fatto che la connessione debba operare in un duplice piano.
Sotto il profilo soggettivo è necessario che vi sia una corrispondenza di identità tra colui che esercita l’attività agricola principale, e colui che esercita l’attività agricola connessa o per connessione.
Sotto il profilo oggettivo, è necessario invece che venga rispettata la connessione prevista legislativamente, ovvero:
- nel caso di attività di manipolazione, di conservazione, di trasformazione, di commercializzazione e di valorizzazione, i prodotti devono essere ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali;
- nel caso di attività dirette alla fornitura dei beni o dei servizi, si deve verificare l’uso prevalente di attrezzature o di risorse dell’azienda che sono normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata.
Caratteristiche dell’imprenditore agricolo
A completamento del quadro di cui sopra, rammentiamo come l’imprenditore agricolo, al di là delle attività che intende esercitare:
- debba iscriversi al Registro delle imprese, nella sezione speciale a lui riservata;
- non sia obbligato a tenere le scritture contabili;
- non sia soggetto a procedure concorsuali.