L’inquinamento ambientale: compromissione e deterioramento – indice
- Cos’è il danno ambientale
- La compromissione e il deterioramento
- Cosa dice la Cassazione
- La reversibilità
Come abbiamo avuto modo di analizzare più volte, nel momento in cui ci siamo occupati del reato di inquinamento ambientale, i concetti di compromissione e di deterioramento vengono ripetuti nel dispositivo dell’art. 452 bis c.p. come eventi del fatto tipico che, nel caso di significatività e di misurabilità, possono incidere sul bene ambiente, quale bene protetto, tanto da integrare il delitto di inquinamento di cui oggi parliamo nuovamente.
Ma che cosa significa compromissione? E cosa significa deterioramento?
Cerchiamo di approfondire questo tema evidentemente fondamentale per poter qualificare correttamente il reato di inquinamento ambientale.
Cos’è il danno ambientale
Per poter comprendere che cosa il legislatore ha inteso definire come i termini di compromissione e deterioramento, può essere utile compiere un piccolo preliminare passo indietro e cercare di comprendere dove, in altre fonti normative, si possa parlare di simili ipotesi.
Si rileva così, ad esempio, che nel Testo Unico Ambiente, all’art. 5, co. 1, i -ter, per inquinamento si intende ogni alterazione peggiorativa dell’ambiente. Evidentemente, però, si tratta di una definizione talmente ampia e generica che non permette di qualificare correttamente e in modo più preciso i due termini su cui oggi vogliamo condividere alcune riflessioni.
Si può dunque porre un riferimento all’art. 18 della l. n. 349/1986, che invece fornisce una definizione più specifica di danno ambientale.
Per il legislatore del 1986, in particolar modo, il danno ambientale è un fatto, in violazione di legge o provvedimenti, che sia in grado di compromettere l’ambiente, arrecando un danno, alterandolo, deteriorandolo o distruggendolo, in tutto o in parte.
I richiami terminologici
Dunque, è già da tale norma che fanno la loro comparsa i richiami alla compromissione e al deterioramento. Anche se, a ben vedere, il deterioramento è in questo caso una species della compromissione. Non sfugge nemmeno il vedere che il suo posizionamento sembra essere una sorta di via di mezzo tra quello dell’alterazione, più lieve, e quello della distruzione, più grave. Se si assume tale lettura interpretativa, allora, il deterioramento è una modalità di danno di media gravità.
Di deterioramento si parla poi nel d.lgs.152/2006 quando si definisce il danno ambientale, quale deterioramento significativo e misurabile, diretto o indiretto, di una risorsa naturale o delll’utilità assicurata da quest’ultima.
A chiarire il fatto che però, forse, non occorre fare così tanto affidamento alle fonti normative entrate in vigore prima dell’introduzione nel nostro ordinamento del delitto di inquinamento ambientale è stata la Corte di Cassazione, secondo cui il codice penale agirebbe in un contesto diverso. Ma è veramente così?
Cosa sono compromissione e deterioramento
Richiamati brevemente alla mente i due termini, almeno nei limiti in cui compaiono in altre definizioni normative, si può cercare di comprendere che cosa si intenda, concretamente, con questi vocaboli.
Soffermandoci sulla dottrina più autorevole, emerge come non vi sia omogeneità valutativa. Per alcuni studiosi, ad esempio, compromissione e deterioramento andrebbero a indicare fenomeni piuttosto simili, andando, sintetizzando, a includere in tali concetti qualsiasi forma di danneggiamento.
Per altri, invece, compromissione e deterioramento avrebbero due significati diversi. In particolare, la compromissione avrebbe un carattere strutturale, e designerebbe dunque una inabilità definitiva del bene naturale alle proprie funzioni. Di contro, il deterioramento costituirebbe una modifica non irreversibile.
In altri termini, per parte della dottrina la compromissione sarebbe più grave del deterioramento. La compromissione sarebbe infatti un evento duraturo e grave, mentre il deterioramento implicherebbe un pregiudizio minore. In termini di ripristino di una situazione ex ante, il deterioramento sarebbe un’alterazione reversibile grazie ai processi rigenerativi naturali. Di contro, la compromissione sarebbe un’alterazione reversibile solo grazie ad attività di ripristino effettuata dall’uomo.
Cosa dice la Cassazione sull’inquinamento ambientale
Come spesso accade, l’ampio margine di interpretazione è stato relativamente ristretto dalle pronunce della Suprema Corte.
La prima sentenza che si è occupata di questo tema è stata la nota Cass. pen. n. 46170/2016, per cui la compromissione indicherebbe uno squilibrio funzionale che può incidere sui normali processi naturali. Invece, il deterioramento implica uno squilibrio di natura strutturale, un decadimento di stato o di qualità di tali processi.
Una posizione, quella sopra riassunta, che è stata più volte ripresa dalle successive pronunce giurisprudenziali.
In alcune di queste, i giudici della Suprema Corte hanno indicato nel deterioramento l’evento che implicherebbe un’attività non agevole per il ripristino della situazione precedente, con diminuzione del valore del bene, con impedimento – anche temporaneo o parziale – dell’uso. Non rileverebbe, invece, se la migliore condizione sia riacquisita per processo naturale rigenerativo o per mano dell’uomo.
La compromissione è invece un modo di manifestarsi del deterioramento, che non attiene alla gravità del danno, ma ne coglierebbe l’aspetto più funzionale, ovvero la capacità di soddisfare i bisogni dell’uomo.
La reversibilità del danno nell’inquinamento ambientale
A proposito di reversibilità, di cui abbiamo più volte fatto cenno nelle righe che precedono, non sfugge come sia proprio l’irreversibilità, o l’ineliminabilità con misure di pronta esecuzione, uno dei presupposti del disastro ambientale (evidentemente, è reversibile il danno da inquinamento ambientale).