Il piccolo imprenditore – indice
Come forse già noto, classificare gli imprenditori sulla base delle dimensioni delle attività porta all’emersione della nozione di piccolo imprenditore.
Ma chi è il piccolo imprenditore? Quali sono le attività che può svolgere? E quali sono le differenze con le imprese di medio – grandi dimensioni?
Definizione
Questa figura è identificabile nel coltivatore diretto del fondo, l’artigiano, il piccolo commerciante e, più in generale, colui che esercita un’attività professionale organizzata con il lavoro prevalente proprio e dei componenti della propria famiglia (art. 2083 c.c.).
Rilevano pertanto alcune delle caratteristiche tipiche dell’imprenditore (professionalità, organizzazione, ecc.), con un distinto riferimento al fatto che l’attività deve però essere esercitata con il lavoro prevalente di questi e di quello dei suoi familiari.
Per comprendere più nel dettaglio quali possano essere i risvolti delle attività di questi, occupiamoci in maniera separata delle varie ipotesi.
Coltivatore diretto del fondo
Stando all’art. 1647 c.c., il coltivatore diretto del fondo è colui che coltiva il fondo con il lavoro prevalente proprio o di persone della sua famiglia.
Si può pertanto intendere come coltivatore diretto del fondo colui che in modo diretto e abituale si dedica alla coltivazione del fondo. Ben sapendo, peraltro, che tale definizione ricomprende anche l’allevamento e il “governo” bestiame.
Ciò che rileva, a questo fine, è dunque il fatto che la complessiva forza lavoro sia in buona parte rappresentata dal nucleo familiare. Nel dettaglio, è richiesta una forza lavoro familiare non inferiore a 1/3 di quella che necessità per i normali bisogni della coltivazione del fondo, o per l’allevamento e il governo del bestiame.
Nel conteggio di tale proporzione, si terrà conto delle giornate necessarie per la coltivazione del fondo stesso. E, ben inteso, anche del supporto ottenuto con l’impiego delle macchine agricole.
Imprenditore artigiano
Un’altra principale categoria è quella dell’imprenditore artigiano.
L’imprenditore artigiano può essere definito come colui che esercita in maniera personale, professionale e in qualità di titolare, l’impresa artigiana. L’imprenditore artigiano assumerà così la piena responsabilità dell’impresa, con oneri e rischi inerenti la direzione e la gestione. Svolgerà inoltre in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo.
Ancora, è considerabile imprenditore artigiano colui che svolge attività di produzione di beni (anche semilavorati) o di prestazioni di servizi. Sono escluse però le attività agricole (imprenditore agricolo) e le attività di prestazioni di servizi commerciali (imprenditore commerciale). Risultano escluse anche le attività di intermediazione nella circolazione di beni o ausiliare di queste ultime. Così come, peraltro, le attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.
Infine, possiamo considerare imprenditore artigiano anche colui che svolge l’attività precedente, con prestazione di opera di personale dipendente, purchè diretto personalmente dall’imprenditore artigiano o dai soci. Il personale dipendente dovrà essere di numero compreso tra 8 e 40.
Piccolo commerciante
Infine, è considerabile tale anche il piccolo commerciante. Tale imprenditore è definito in relazione ai caratteri di cui all’art. 2083 c.c, svolgendo attività di intermediazione nella circolazione dei beni.
Differenze con imprenditore medio-grande
Ma quali sono le differenze con l’imprenditore medio-grande?
In linea di massima, in questa sede giova rammentare come il piccolo imprenditore è iscritto nella sezione speciale del Registro delle imprese. Questa iscrizione svolge funzione di certificazione anagrafica e di pubblicità notizia. È inoltre esonerato dalla tenuta delle scritture contabili. Non può essere sottoposto a procedura fallimentare, o ad altre procedure concorsuali, se (come probabile) in possesso dei requisiti di non fallibilità di cui all’art. 1 L.F.
Più ampiamente, e attingendo ad autorevole dottrina, aggiungiamo inoltre come la piccola impresa si distingua da quella medio grande sia sotto il profilo dimensionale, che sotto il profilo dell’organizzazione interna.
Per quanto attiene le dimensioni, appare chiaro come uno degli elementi fondamentali sia quello della prevalenza del lavoro familiare, che limita il ricorso alla manodopera esterna e l’impiego dei capitali.
Per quanto concerne l’organizzazione, la piccola impresa si concentra principalmente nella persona del titolare, a tal punto che l’attività negoziale e pre-negoziale posta in essere nell’esercizio dell’impresa viene vanificata dalla morte o dall’incapacità sopravvenuta, a differenza di quanto invece accadrebbe per l’imprenditore di dimensioni medio-grandi.