La successione legittima – indice:
- Cos’è
- Quando si apre
- Chi succede
- I gradi di parentela
- Le quote
- I figli
- Genitori e ascendenti
- Fratelli e sorelle
- Concorso di genitori e fratelli
- Gli altri parenti
- Il coniuge superstite
- Lo Stato
- La rinuncia all’eredità
- Dichiarazione di successione
Alternativa o complementare rispetto alla successione testamentaria, la successione legittima si apre laddove il defunto non abbia integralmente disciplinato gli aspetti successori con riguardo ai propri beni caduti in successione. Questo tipo di successione trova la propria fonte normativa agli articoli 565 e seguenti del codice civile.
Cos’è la successione legittima
La successione legittima, da non confondersi con la successione dei legittimari, è quel tipo di successione che si apre o in difetto di un testamento o nel caso in cui il testamento non disciplini integralmente l’intera quota astratta dell’asse ereditario. Mentre infatti la successione dei legittimari attiene alle particolari tutele previste per legge a coniugi, discendenti ed ascendenti anche in presenza di un testamento, la successione legittima può aprirsi solo quando o non vi sia un testamento o il testamento sia stato redatto ma non disciplini l’integralità delle quote ereditarie del de cuius.
Quando si apre la successione legittima e l’eredità si devolve per legge
Ai sensi del secondo comma dell’articolo 457 del codice civile infatti “Non si fa luogo alla successione legittima se non quando manca, in tutto o in parte quella testamentaria”. L’assenza di un testamento non è dunque un requisito inderogabile per l’apertura della successione legittima. La successione legittima, secondo quanto disposto dall’articolo 457 del codice civile, potrà aprirsi anche nella circostanza in cui il de cuius abbia fatto testamento, ma solamente per la parte che nello stesso non trovi disciplina. Si pensi ad esempio al caso in cui il testatore abbia disposto nel proprio testamento soltanto di alcuni legati: fatte salve le predette disposizioni testamentarie, si aprirà la successione legittima. La successione si devolve dunque per legge solo nella misura in cui difettino valide volontà testamentarie in senso diverso.
Chi sono gli eredi nella successione legittima
L’articolo 565 del codice civile stabilisce quali possono essere i beneficiari di una successione legittima. Questi ultimi sono: il coniuge, i discendenti, gli ascendenti, i collaterali (fratelli e cugini), altri parenti di grado meno prossimo ed infine lo Stato. La parentela nell’ordinamento italiano è rilevante solo fino al sesto grado. I rapporti di parentela sono disciplinati agli articoli 74 e seguenti del codice civile.
I gradi di parentela
La disciplina per il calcolo dei gradi di parentela, di fondamentale importanza per tutti gli aspetti legati alla successione legittima, si trova all’articolo 76 del codice civile, che stabilisce:
“Nella linea retta si computano altrettanti gradi quante sono le generazioni, escluso lo stipite.
Nella linea collaterale i gradi si computano dalle generazioni, salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all’altro parente, sempre restando escluso lo stipite.”
Alcuni esempi per comprendere i gradi di parentela. Gli zii, ad esempio, sono considerati parenti di terzo grado: ai due gradi per salire fino ai nonni, si somma il grado a discendere dai nonni agli zii. I nonni sono parenti di secondo grado: un grado per salire ai genitori e un grado per salire ulteriormente dai genitori ai nonni per due gradi complessivi. I fratelli sono parenti di secondo grado: un grado per salire ai genitori ed un grado discendendo dai genitori ai fratelli. I cugini sono invece parenti di quarto grado: due gradi per salire ai nonni ed altri due gradi a discendere fino ai cugini.
Nell’ordinamento italiano, come precisato, i gradi di parentela rilevano soltanto fino al sesto. Per fare un ulteriore esempio pratico, sarà considerato parente in misura rilevante per il nostro ordinamento il nipote di un cugino (figlio del figlio, parente di sesto grado), non già il pronipote di un cugino (figlio del figlio del figlio, parente di settimo grado).
Le quote di successione legittima
La chiamata all’eredità in forza di successione legittima varia a seconda del grado di parentela con il defunto e del concorso con altri chiamati della stessa categoria ed altri chiamati di diversa categoria. Solitamente i cosiddetti “chiamati in subordine” (esclusi da categorie di successibili più prossime al defunto) all’apertura della successione non acquistano alcun diritto, ma solo un’aspettativa tutelabile nelle modalità di legge. I chiamati in subordine vengono anche identificati come semplici “vocati” e non già “delati”, proprio in considerazione di ciò. Ecco invece le categorie di veri e propri chiamati, delati all’eredità.
I figli anche adottivi e i discendenti diretti
Secondo quanto disposto dagli articoli 566 e 567 del codice civile, al padre ed alla madre succedono i figli, anche adottivi, in parti uguali. Le quote di ciascun figlio sono dunque uguali fra loro. Gli articoli in questione non si applicano nel caso in cui ad un genitore concorrano coniuge e figli.
I genitori: chi sono gli ascendenti legittimi e come succedono
Nel caso in cui il defunto lasci a sé superstiti i genitori (e alcun fratello o coniuge), questi ultimi succederanno in parti uguali. Nel caso in cui lasci a sé superstite alcun genitore né fratello o coniuge ma solo ascendenti (nonni, bisnonni ecc.), succederanno per metà quelli della linea paterna e per metà quelli della linea paterna. L’ascendente di grado più prossimo escluderà tuttavia dalla successione gli ascendenti di grado meno prossimo. Se ad esempio al defunto sopravvivono un nonno materno ed un bisnonno paterno, il primo sarà unico erede legittimo.
I fratelli e le sorelle
Chi muoia senza figli, genitori, coniuge ma solo fratelli, questi succederanno in parti uguali. Il secondo comma dell’articolo 570 del codice civile, stabilisce però che, quando ci siano dei fratelli unilaterali, questi ultimi conseguiranno la metà di quelli bilaterali. Per fratelli e sorelle unilaterali debbono intendersi quelli che abbiano in comune uno solo dei due genitori. Sono tali i figli di un padre ma di due madri differenti o i figli della stessa madre ma di due padri differenti. La conseguenza dell’applicazione di tale norma è la seguente, ed ecco un esempio: laddove il defunto lasci un asse ereditario di 75 ed a sé superstiti soltanto un fratello bilaterale ed una sorella figlia della sola madre (cosiddetta “sorella uterina”), al fratello bilaterale spetterà 50, mentre alla sorella unilaterale-uterina, in questo caso spetterà solo 25 (la metà).
Le quote in caso di concorso fra genitori (o ascendenti) e fratelli
Nel caso in cui i genitori o anche uno solo di essi concorrano con i fratelli, ai genitori spetterà non meno della metà dell’asse ereditario, e la restante metà si suddividerà fra i fratelli. Anche in questo caso vale la regola in base alla quale i fratelli unilaterali conseguiranno la metà di quelli bilaterali o dei genitori. La norma che dispone in tal senso è l’articolo 571 del codice civile.
Le quote di successione legittima di altri parenti
Gli altri parenti, fino al sesto grado, concorreranno in parti uguali a parità di grado. Il parente di grado più prossimo esclude quello di grado meno prossimo. Tale regola vale soltanto ove chi muore non lasci ascendenti, discendenti, fratelli o coniuge. Tale disciplina è sancita all’articolo 572 del codice civile. Tutti i parenti di grado superiore al sesto non sono considerati ai fini della successione: una parentela di grado superiore al sesto non è considerata giuridicamente rilevante.
La successione legittima del coniuge superstite e le quote
Secondo quanto disposto dall’articolo 581 del codice civile, al coniuge spetta la metà di eredità se concorre con un figlio, e ad un terzo se concorre con due o più figli del defunto. Nel caso in cui non concorra con figli del defunto ma solo con ascendenti, fratelli o sorelle di questi o con soggetti di entrambe le categorie, al coniuge spetteranno in ogni caso i due terzi dell’eredità. Nel caso il coniuge non concorra con figli, ascendenti, fratelli, sorelle, a questi spetterà tutta l’eredità (articolo 583 del codice civile). Il coniuge separato concorrerà all’eredità come se non fosse tale, fatto salvo il caso in cui gli sia stata addebitata la separazione.
La successione dello Stato
Secondo quanto stabilito dall’articolo 586 del codice civile, ove non sia presente all’apertura della successione alcuno dei soggetti sopra individuati o tutti questi abbiano rinunciato all’eredità, la successione si aprirà a favore dello Stato. Lo Stato risponde dei debiti ereditari nei limiti dell’attivo ereditario.
L’apertura della successione a favore dello Stato è un’ipotesi del tutto residuale, che ha luogo soltanto laddove non vi siano parenti entro il sesto grado oppure tutti questi rinuncino all’eredità.
Cosa succede se il chiamato rinuncia all’eredità
Se chi è chiamato all’eredità vi rinuncia, secondo quanto disposto dall’articolo 521 del codice civile, viene considerato come mai chiamato. Questo principio è individuato come “della retroattività della rinuncia”. L’articolo 522 del codice civile “dell’accrescimento nella successione legittima”, chiarisce come la quota del rinunciante si accresca a chi avrebbe concorso con il rinunciante. È fatta salva la disciplina della rappresentazione che, come disciplinato all’articolo 467 del codice civile, fa subentrare i discendenti nel grado del loro ascendente, ove questi siano, rispetto al defunto, discendenti oppure fratelli o sorelle.
La dichiarazione di successione
Gli adempimenti fiscali, relativi in particolare alla liquidazione delle imposte, si curano a mezzo della dichiarazione di successione. All’apertura della successione i chiamati hanno a disposizione dodici mesi per presentarla e pagare le relative imposte. La dichiarazione di successione deve essere presentata all’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate, telematicamente.